La Festa della Segavecchia nacque nelle fredde giornate d’inverno, quando i campi erano silenziosi e assopiti sotto la bianca coperta della neve e gli alberi non accoglievano più i ripari degli uccelli, era lei a farci compagnia: la Vecchia, portatrice di molti disagi e malanni sì ma anche rassicurante come una nonna che prepara calde pietanze intorno al focolare.
Ci pare doveroso quindi, ogni anno, preparare una grande festa per congedarci da lei con tutti gli onori e al contempo dare il saluto di bentornato alla Primavera.
La Vecchia, sembra osservarci bonaria e paziente dall’alto del suo piedistallo, vestita di un abito multicolore realizzato con le pezze di stoffa decorate dai bambini della Scuola dell’infanzia e della Scuola primaria.
Tutti i momenti della festa sono ideati pensando alle bambine e ai bambini che giungono a vedere il falò della Vecchia. Ma questo – loro già lo sanno – avverrà solo al calar della sera. Prima è tempo di giocare.
Certo, qualcuno si lascia distrarre dall’animazione, ma come dargli torto!
Intanto lo stand gastronomico comincia a friggere, arrostire, scaldare patatine, salsicce, piadine e vin brulé senza interruzione fin’oltre al momento più atteso della serata.
Al calar della sera, in un eterno rito di passaggio tra il vecchio e il nuovo – l’addio all’inverno e il bentornato alla primavera – circondata dai bambini attenti e in attesa, la Vecchia viene avvolta dal fuoco e vola via, lasciandoci come ultimo suo dono frutta secca da sgranocchiare mentre la guardiamo sparire tra le fiamme.